“Astrazione di Iva”
(mostra aperta dall'1 al 9 ottobre con orario feriale dalle 16.30 alle 19.00
e festivo dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30)
Sabato 1 ottobre nel Proscenio della torre delle Campane di Noale ( Ve ) - Galleria Emilio Greco - e con il patrocinio del Comune di Noale, è stata inaugurata la mostra “Astrazione di Iva” dell’artista Iva Casson.
Le forme, lo spazio, i colori sono per Iva una ricerca per raccontare il suo vissuto personale che parte dall’ambiente circostante, dalle acque della laguna, dalla forza del mare, dai segreti del bosco, si arricchisce del colore africano e dell’intensità cromatica dell’Oriente e poi viene plasmata dalla sensibilità dell’animo, dall’intensa emozione che si porta dentro, con la sua orgogliosa venezianità, in un accordo musicale ora lieve e soave, poi più deciso e ritmato in un ripetersi di momenti veloci, di bagliori in cui l’attimo viene colto e impresso nella tela.
L’esperienza di vivere lei stessa di questi momenti le consente di realizzare una modulazione sia dal punto di vista tecnico, come nella forza espressiva.
La realtà ed il gusto dei soggetti costituiscono un pretesto per fare parlare il colore e concettualizzare la struttura.
Il tutto diventa parte di qualcosa di più vasto che tiene compressi vari momenti. Così senza trascurare il suo rapporto tradizionale con la realtà, con il paesaggio, punta alla rappresentazione diretta d’una “condizione” senza convenzionali ricorsi semantici al realismo.
L’analogia si trasforma in rapporti e ritmi e la rivelazione oggettiva iniziale subisce una semplificazione nella progressiva astrazione dell’immagine.
La realtà stilizzata si riduce a schemi essenziali di linee e colori, di impasti materici e luci così trasfigurate da assomigliare ad un forte respiro di liberazione, ad un attimo di gioia, ad una visione colta all’istante.
La forma viene ripresa nei passaggi cromatici, nell’equilibrio dei rapporti di struttura, in linea con le interpretazioni di diverse tradizioni che segnano il significato della vita e della morte, il bianco ed il nero tra oriente ed occidente sono i colori del lutto, ma mentre per gli uni celebra il percorso della vita, per gli altri più forte il senso della perdita, la tristezza e il dolore.
Gli accordi posti l’uno accanto all’altro, in aperture spaziali in cui si creano le diverse atmosfere tra silenzi incantati, trasformati in essenzialità emblematiche e forti brusii impressi dal taglio del colore su un impasto deciso e di forte movimento.
Le forme diventano così occasionali comparse, rapidi supporti di luce, respiri di meraviglia, rivolti all’esaltazione di ampi spazi ( la laguna, il deserto, il cielo, ecc..) e la contemplazione dell’animo.
Nei riscontri, nei riflessi e nelle lontananze, che occhieggiano oltre l’orizzonte, si riscopre un legame con la tradizione di Iva, che pure lasciando la corrente realista del paesaggio e delle nature morte, non perde le note di luce e la gradevolezza cromatica di grande festosità e sincerità di chi mette in gioco nella pittura se stessa come persona, perché oltre al visibile vi è quella spiritualità che tocca il sentimento del suo animo.
Prof.ssa Lidia Mazzetto